Lo sport fa male al pavimento pelvico?

29 Aprile 2021 by Laura Nebel

Oggi attraverso questo articolo cerco di rispondere ad una domanda davvero interessante: praticare sport può portare alla comparsa di disturbi legati al pavimento pelvico e incidere negativamente sulla tua qualità di vita?

La risposta istintiva a questa domanda è sicuramente no. Come può lo sport, attività da sempre perfetta per contrastare tantissime patologie e disfunzioni, creare dei problemi o addirittura fare dei danni?
E quindi, cosa altro potrò mai dirti di nuovo e di interessante in questo articolo?
Ti fornisco una risposta più riflessiva e ragionata alla domanda precedente: lo sport fa assolutamente bene, ed è perfetto per migliorare la vita di chiunque se viene praticato correttamente e se considera tutti i muscoli, le sinergie e gli equilibri che esistono tra di essi.

Mi spiego meglio. I nuotatori, ad esempio, solitamente utilizzano molto di più i muscoli posteriori del corpo che quelli anteriori, e per questa ragione fanno allenamenti appositi a secco (cioè fuori dall’acqua) per rinforzare la muscolatura anteriore del corpo. Ugualmente i calciatori faranno allenamenti specifici non solo per le gambe, ma anche per i muscoli del tronco e delle braccia , in modo che tutto continui a lavorare in maniera equilibrata. Cosi i tennisti e via dicendo…
Io stessa, nel momento in cui ho ricominciato a praticare attività fisica successiva ai due parti, ho posto attenzione alla gradualità e intensità degli esercizi che svolgevo e ai muscoli che stavo utilizzando.

È fondamentale infatti quando si pratica uno sport, qualsiasi esso sia, che si allenino tutti i muscoli in maniera equilibrata e coordinata. Il pavimento pelvico spesso viene dimenticato, e questo comporta la comparsa di disturbi che possono aggravarsi con il tempo se vengono ignorati. Ma leggiamo insieme cosa dice il mondo scientifico a proposito di questo tema.

Un articolo recente (rewiew del 2018) (1) si chiede se la pratica estenuante dell’esercizio fisico può portare ad avere problemi a livello del pavimento pelvico, in particolare incontinenza urinaria. Lo scopo dello studio riportato è quello di verificare la prevalenza di incontinenza urinaria nelle atlete donne e a determinare se il tipo di sport praticato può influire o meno sull’incontinenza. La rewiew ha considerato 7507 donne con età compresa tra i 12 e i 69 anni; conclude che la pratica sportiva aumenta la prevalenza dell’incontinenza urinaria e che il tipo di attività praticata ha una relazione con il disturbo presentato.

Un altro studio molto interessante(2) si pone come obiettivo quello di investigare la prevalenza e il rischio di sviluppare incontinenza urinaria da stress negli sport ad alta intensità; si propone inoltre di investigare sull’impatto che l’incontinenza ha sulla qualità di vita nelle donne sportive. Sono state escluse dallo studio donne che avevano già partorito, che avevano subito trattamenti chirurgici per patologie ginecologiche e urologiche o con infezioni del basso tratto urinario. Lo studio conclude che le giocatrici di pallavolo hanno il 116% in più di possibilità di soffrire di incontinenza urinaria da stress rispetto alle donne che praticano altri sport. Ma comunque anche nel fitness e in altri sport come basket e pallamano, l’incontinenza urinaria da stress ha un impatto negativo sulla qualità di vita a livello di comportamento, a livello psicosociale e risulta molto imbarazzante. Si sottolinea inoltre che i professionisti della salute devono informare le atlete dei rischi legati all’incontinenza urinaria da stress in modo tale che si possa implementare la fisioterapia preventiva per aumentare la forza dei muscoli del pavimento pelvico.

Infine, un articolo del 2017(3) analizza l’eventuale prevalenza dell’incontinenza urinaria in donne fisicamente attive. Analizza 245 donne che non hanno ancora avuto figli e verifica se l’incontinenza sia correlata all’intensità dell’attività fisica (basso o alto impatto) e alla frequenza (minuti alla settimana). Lo studio conclude che negli sport ad alto impatto aumenta la frequenza delle perdite; inoltre afferma che almeno ¼ delle donne coinvolte nello studio ha riportato sintomi di incontinenza urinaria e peggioramento della qualità di vita.

Rifletto sulle informazioni che ho appena letto e mi domando quante donne avrebbero potuto evitare di soffrire di incontinenza urinaria e avere una qualità di vita migliore solo prendendosi cura anche del pavimento pelvico!
Sicuramente è fondamentale farsi seguire da una fisioterapista specializzata nel trattare i disturbi legati al pavimento pelvico nelle fasi più delicate e particolari della vita di una donna, come il parto o la menopausa. Ma è importante anche conoscere e saper allenare correttamente questo muscolo a prescindere dal fatto di avere un problema o un disturbo magari già invalidante.

E RICORDA: IL DISTURBO CHE HAI NON DEFINISCE CHI SEI!

Laura Nebel

 

Bibliografia:
1. de Mattos Lourenco TR, Matsuoka PK, Baracat EC, Haddad JM. Urinary incontinence in female athletes: a systematic review. Int Urogynecol J. 2018;29(12):1757–1763. doi:10.1007/s00192-018-3629-z.
Link all’articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29552736/

2. Hagovska M, Švihra J, Buková A, Dračková D, Švihrová V. Prevalence and risk of sport types to stress urinary incontinence in sportswomen: A cross-sectional study. Neurourol Urodyn. 2018;37(6):1957–1964. doi:10.1002/nau.23538.
Link all’articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29464810/

3. Alves JO, Luz STD, Brandão S, Da Luz CM, Jorge RN, Da Roza T. Urinary Incontinence in Physically Active Young Women: Prevalence and Related Factors. Int J Sports Med. 2017;38(12):937–941. doi:10.1055/s-0043-115736.
Link all’articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28950397/

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